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IN QUESTE PAROLE C'È TUTTO L'AMORE DI GAIA PER IL PROPRIO LAVORO E LA SUA DISPERATA RICERCA DI RISPOSTE CHE NON ARRIVANO.

24.03.2021


Lettera aperta al Ministro dell'agricoltura
 
Da parte di una giovane allevatrice
 
Caro ministro,
mi rivolgo a lei perché credo sia il naturale interlocutore di chi ha un'azienda agricola.
Chi sono io non ha molta importanza, basti sapere che sono come lei un ingegnere ,che per scelta ha un'azienda agricola e alleva bovini e caprini. Sono una donna,che oltre al lavoro ha tre figlie piccole,non tutte in età scolare.
Le scrivo per fare informazione, per fare sapere come stanno vivendo e lavorando dei cittadini italiani,da più di un anno.
Noi siamo quei fortunati che nostante covid e lockdown hanno potuto e dovuto lavorare,che hanno nutrito e stanno nutrendo il paese.
Ho un'azienda agricola in zona montana,facciamo i pastori transumanti,e nonostante la transumanza sia stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO noi non ci sentiamo tutelati come fossimo una cosa preziosa.
È un anno che stiamo lavorando con i figli 24h/24,e non so se lei abbia idea di cosa significhi fare un lavoro fisico,totalizzante, con dei bambini piccoli.Lavorare in agricoltura non è sempre vivere nella fattoria del mulino bianco.
Viviamo in piccoli comuni montani, in cui la babysitter o l'asilo nido sono difficilmente attuabili in tempi normali, figuriamoci col covid.
Stiamo lavorando con le forze dell'ordine che ci rincorrono sulle statali (come fossimo delinquenti)perché abbiamo i figli in auto con noi mentre facciamo transumare le vacche, con le forze dell'ordine che in un paese di 300 anime alle 19 di sera mi fermano mentre rientro dalla stalla delle capre(a 500 MT da casa) e mettono in dubbio che io stia tornando a casa dal lavoro, perché ho con me le bambine.
Il precedente governo ci ha fatto il favore di dare 30 giorni di tempo in più per le presentazioni delle domande pac dello scorso anno, con il solo risultato di avere i pagamenti ritardati nel migliore dei casi di 30 giorni, per i più fortunati, e solo di un anticipo del premio complessivo. Del saldo, ad oggi, nessuna traccia.
Per lo meno in regione Piemonte l'indennità compensativa d'alpeggio è stata tagliata del 51% nel 2020. Abbiamo passato l'intera stagione ad ascoltare l'ululato dei lupi la notte e i richiami delle loro cucciolate, pregando che i cani da guardiania tornassero vivi la mattina dopo e di non dover raccogliere cadaveri e carcasse delle capre, delle vacche e dei vitelli. Ringraziando sempre del sostegno dello stato a chi come noi presidia territori che altrimenti al primo alluvione franeranno sui paesi del fondovalle.
Ora evidentemente l'emergenza covid è finita, e l'INPS ha prontamente sbloccato il pagamento dei contributi per i dipendenti, e con una ricca settimana di anticipo riceviamo gli F24 da pagare.
Peccato che noi viviamo e lavoriamo in una provincia 'arancione scuro' quindi di nuovo all'improvviso le scuole sono chiuse.
E invece di avere sostegno perché si ritorna a lavorare coi figli riceviamo nuovi F24.
Dopo un anno di sacrifici non so se avete capito che la gente ha finito i soldi. Parlo dei nostri clienti.
L'Europa lancia la parola d'ordine 'from farm to fork' per la prossima politica agricola comunitaria. Noi vendiamo i nostri prodotti quasi esclusivamente a privati, quindi vendita diretta al consumatore.Direi che rientriamo perfettamente nell' idea.
Bene, ma i consumatori stanno finendo i soldi, non c'è altro modo di dire le cose.
I clienti abituali si vergognano di dire che non acquistano più perché hanno difficoltà economiche, ma è così.
I ristoranti sono chiusi, quindi non acquistano e non riescono a pagare le fatture.
In TV e sui giornali si fa un gran parlare di ristori e sostegno. Dal nostro punto di vista è solo un gran parlare.
Non abbiamo nessun sostegno,di nessun tipo.
E meno male che portiamo avanti un settore primario, produciamo cibo.
Cosa sta succedendo? Cosa succederà?
In tanti fra di noi stanno chiudendo o chiuderanno, a beneficio dei grandi speculatori,di chi fa agricoltura solo per speculare sui fondi comunitari o simili.
Io non ho nessuna intenzione di chiudere.
Mi sono sempre ritenuta una onesta cittadina di una repubblica fondata sul lavoro.
Ma mi sto rendendo conto di vivere nel far west.
Dove sopravvive solo il più prepotente, il più furbo o il più delinquente.
Vorrei ci si rendesse conto del danno che si sta facendo ad una generazione, come la mia, che almeno altri trent'anni dovrà lavorare prima della pensione.
Sto sollevando dei problemi, di cui non ho la soluzione, sono vasti e complessi, in un mondo ancora più vasto e complesso.
Ma se gli organi preposti controllassero dove ci sono frodi e speculazioni, se si limitassero gli sprechi, se ci fosse sicurezza, completezza e puntualità nei famosi contributi al settore agricolo, se l'INPS o gli altri pagamenti venissero rimandati e rateizzati a fine emergenza e non in mezzo alla terza ondata, forse una boccata d'aria qualcuno la potrebbe avere.
E poi sarebbe utile sapere che la nostra voce, e quella di tutti i lavoratori, fosse ascoltata e non cadesse nel vuoto della propaganda continua.
Cordialmente
 
Gaia Di Stefano
gaiadistefano@gmail.com

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